arnia

Vai vai la stagione apistica non finisce mai

Proprio così, quest’anno sembra che la stagione apistica non finisca mai.
In quel di settembre, di solito con un clima mite, diminuisce di molto il lavoro con le api.
Invece oggi ci sono 30 gradi e le api raccolgono nettare di edera a spron battuto, al punto da dover togliere telai pieni di scorte e inserire dei spazi covata perché la regina non ha spazio dove deporre le uova.
E allora, una stagione che era iniziata con le lacrime, finisce con il sorriso!

  • apicoltore

 

ape sul fiore

Agosto ultimo mese di fatiche

Agosto, ultimo mese di fatiche, si parte presto, ore 6 del mattino per poi finire verso le ore 12 le ore 13.
Visto che non si fanno ferie, solo un giorno in montagna con due amici che ti dicono: vieni dai facciamo un giro piccolo per poi trovarti a 1500 m.s.l. a mangiare il cartoccio e bere due-tre birre grandi per riprenderti dalla fatica.
Non mi fregate più Garibaldi e company..
Si è vero tutto questo non c’entra con le api, ma mi andava di raccontarlo.

Situazione api: fame, fame, fame, tanta fame da doverle nutrire aspettando una buona fioritura di edera che inizierà a breve e che sarà per loro una manna dal cielo visto che sarà l ultima fioritura importante della stagione.
A settembre sapremo come sarà andata.
Buone ferie.
giulianomaggiordomosolodelleapi
staffcanais
apicanais

 

un saluto alle api

Miele si, miele no, miele un po’

Aspettavamo il bel tempo noi e le api, per avere un po’ di miele visto che fino al 15 giugno si era visto ben poco.
E cosi è stato, 20 giorni belli proprio durante le fioriture di tiglio, castagno, castiglio (castagno tiglio assieme), millefiori.
I raccolti sono stati buoni e il cambiamento di umore e di salute delle api si è visto.
Il miele rende felici le api e a ruota è felice anche il maggiordomosolodelleapi.

Dispiace per gli adottatori che sono rimasti fuori dall’adozione 2023, ma miele per tutti purtroppo non c’era.
La prossima settimana si iniziano i lavori che portano le famiglie di api verso l’inverno. Sbagliare ora, vuol dire perdere le api, quindi un altro momento delicato da affrontare non sotto il gran caldo. In ogni caso, abbiamo imparato ad andare dalle api anche alle 6 del mattino, tranquille loro perché ancora mezze addormentate, felici noi per non essere cucinati dal caldo.

Si chiama apicoltura, ma…

Si chiama apicoltura quell’unione tra api e apicoltore, ma anche quest’anno va chiamata “missione sopravvivenza”.

In primis per le api, che da marzo portano a casa solo le briciole di nettare che le piante producono, e le api VIVONO di miele e polline, ma se non trovano da mangiare…cosa succede?
Muoiono di fame (cosa successa a diversi apicoltori in questo periodo in Fvg) oppure ne saltano fuori perché l’apicoltore interviene ad AIUTARLE, dando loro acqua e zucchero o sciroppi vari, che sarebbe, per un essere umano, come vivere solamente di acqua e pane, ma almeno sopravvivono.

Poi per quell’apicoltore, che del miele ne fa un reddito, che anche quest’anno non ci sarà…e quindi? “Ognun al bale cun so agne”, che in friulano vuol dire che ogni apicoltore si arrangerà da solo in qualche modo.
Termino qui, può bastare come informazione triste.

api

 

E pioggia fu

Volevamo la pioggia? Lei è arrivata, si è messa d’accordo con la fioritura dell’acacia e sono arrivate assieme.
Voi come la chiamata questa? Già sentita questa frase?
Quindi tanto per fare chiarezza, in pianura il raccolto di miele di acacia sarà pari a zero.
Incrociamo le dita per quando arriverà la fioritura in collina e nelle valli del Natisone.
Questo mese c’è la giornata mondiale delle api, il 20 maggio.
Fate qualcosa per gli impollinatori quel giorno, seminate fiori nei vasi o in giardino, acquistate una pianta nettarifera (ad esempio lavanda o vitex agnus).
In tutto questo le api aspettano ancora di raccogliere del nettare in abbondanza cosa che è successa solo in pochissime zone. Quindi con questa pioggia cosa fa il maggiordomosolodelleapi? Va alla festa di Cingia, 20 anni anche loro, come Az. Canais e al ritorno si organizza la festa per il 20 maggio.

Ricetta del mese
L’unico abbinamento concesso al miele di marasca

Giulianomaggiordomosolodelleapi
Api canais
Staff canais

fiori

Come la chiamate voi?

Come la chiamate voi questa situazione?
Il freddo durante le fioriture di prunus, tarassaco, ciliegio, colza…io la chiamo sfiga.

Comincia cosi la stagione apistica 2023, non sotto buoni auspici.

Cosa significa che le api non possano raccogliere il nettare di questi fiori, o ne raccolgano poco?
Significa che le famiglie non si sviluppano, non aumenta il numero di api, le api già presenti rimangono deboli e le larve vengono nutrite male. Ed io prendo il raffreddore perché le visito con il freddo, ma questo non ci interessa.

Facciamo che io aspetto un po’ di caldo e nel mentre mi metto a dipingere le arnie.

Ricetta del mese

  • ricetta-avocado-miele-polline

 

gatto e api

Visite veloci agli alveari

Visite veloci agli alveari sono già state fatte a febbraio. Le visite, quelle che ti servono per arrivare ad avere delle belle famiglie di api per produrre del miele durante la stagione primavera/estate, stanno per iniziare.
Appena si raggiungono temperature dai 15 ai 17 gradi in su, si sale sul furgone e si parte.
Apiario dopo apiario, giorno dopo giorno. Quando le hai visitate tutte, si ricomincia il giro.

Per ora restiamo con la domanda fatidica: che stagione apistica sarà?
L’inizio non è dei più felici a causa del poco freddo che c’ è stato durante l’inverno e della mancanza di pioggia.
Quindi incrociamo le dita tiriamo un bel respiro profondo evvvvvvvvai … si parte … o quasi.

Adotta un alveare 2023

Adotta un alveare 2023

 

 

api dettaglio

Venti anni di Az. Agr. Biologica Canais

Venti anni di Az. Agr. Biologica Canais 2003 – 2023
Api, ortaggi, conserve vegetali, marmellate. Quante cose ho fatto in questa azienda!
Non sempre da solo, però. Tanta gente mi ha aiutato, tante persone mi hanno sostenuto, tanti corsi ho frequentato per approfondire le mie competenze.

Ho riso tanto di cose buffe accadute e ho sofferto di cose tristi successe.
Nel 2009 nasce Adele, nel 2011 ho cambiato sede aziendale per poter continuare a fare quello che mi piace.
Ho visto le api morire senza un apparente motivazione e nel 2008 ho inventato “Adottaunalvearebio“, per sensibilizzare la gente al problema della loro moria.

Ora proseguo solo con le api e ci sto bene in questo contesto, perché le api non sono mie, non sono tue, non sono dell’ apicoltore.
Loro sono libere, ti assecondano, ma non ti ubbidiscono e quindi, per stare bene con loro, devi anche imparare ad essere maggiordomo del loro alveare.

api

Freddo cercasi

AAA Cercasi freddo…

Le api di freddo hanno bisogno in inverno, non questo clima mite e umido che le tiene attive. Il freddo, quello per un lungo periodo, diciamo sotto i 5 gradi, fa si che le api  restino in una specie di semi letargo, riposino e comunque non escano dall’alveare come succede in questo periodo.

Lo so a noi umani fa comodo che non ci sia freddo, risparmiamo sul riscaldamento, ma le api con questo clima sono attive e volano.

Questo comporta due cose: invecchiano prima e di conseguenza muoiono prima, mangiano tante scorte invernali e questo non è bene per loro e non è bene per gli apicoltori. Di conseguenza, io che volevo riposare questo inverno, niet!

Si lo so, ho passato un mese in Puglia, ma già da quando sono tornato, oltre ai lavori classici invernali, corro dalle api ad aiutarle per fare in modo che riescano ad uscire da questo inverno balordo. Ok,  bisognerà capire che questo sarà l’andamento per i prossimi inverni, quindi bisogna trovare delle strategie apistiche nuove, oppure pensare di fare una apicoltura simile a quella del sud Italia.